Le cheminement intérieur de Marthe Robin est dévoilé grâce à la publication de son "Journal". Découvrez-le en ligne...
Una grande mistica francese
Unita alla passione di Cristo ogni settimana
All’inizio degli anni 30, Marthe riceve le stigmate (piaghe che rappresentano quelle di Gesù Cristo). In un primo tempo non sono visibili. Soltanto più tardi il fenomeno sarà visibile. Ogni venerdì, fino alla fine della sua vita, Marthe rivive la Passione di Cristo.
Nel corso della storia della Chiesa, un numero considerevole di persone è stato portato a unirsi a Cristo fino alla sua Passione, nella quale i vari stati di Gesù sono vissuti: la desolazione nel Getsemani, il cammino della croce, la crocifissione, l’agonia sulla croce, il sentimento di abbandono da parte del Padre, la consegna nelle sue mani quando “Tutto è compiuto”.
Durante tali esperienze mistiche, il mondo esteriore non esiste più. Di solito, il mistico non è più cosciente dell’ambiente che lo circonda ma si trova nella Gerusalemme di due mila anni fa. Quando la persona parla, si possono seguire le varie tappe fino alla morte che sembra reale. Dopo, prima o poi, lo stigmatizzato ritorna alla vita. A volte è capace di riprendere subito un’attività normale. Questo, ovviamente, non è il caso di Marthe.
Tutti i venerdì, Marthe rivive la Passione
All’inizio degli anni 30, Marthe riceve le stigmate (piaghe che riproducono quelle di Gesù Cristo). In un primo tempo non sono visibili. Soltanto più tardi il fenomeno sarà visibile. Ogni venerdì, fino alla fine della sua vita, Marthe rivive la Passione di Cristo.
La durata del fenomeno varierà nel corso del tempo e diventerà più intenso. Anche se Marthe è molto discreta, il suo padre spirituale, a poco a poco, permette ad alcune persone di assistere a questa Passione. Un grande numero di testimoni vivranno quest’evento che sembra incontestabile. Le stigmate non dureranno tutta la vita di Marthe, tranne quelle sulla fronte che saranno ancora visibili al momento della sua morte. Questo fenomeno è frequente negli stigmatizzati.
Verso il 1960, Marthe parla della sua missione a un sacerdote:
Ogni cristiano deve partecipare alla Passione di Cristo, per completare nel proprio corpo ciò che manca alla Passione di Cristo nella sua totalità.
Io non sono che un segno, un richiamo per tutti i cristiani"
Marthe rigetta ogni fraintendimento sulla croce e la sofferenza. A una persona che le chiede: “Marthe, aiutaci ad amare la croce”, lei risponde energicamente: “No, no, bisogna amare Gesù in Croce!”.
Unita a Cristo per amore degli uomini
La sua vita è interamente orientata verso l’unione con Dio, che passa attraverso l’unione con Gesù in Croce.
Sperimenta profondamente il senso del dono della vita di Gesù per gli uomini, dono rivelato attraverso la sua morte su una croce e la sua resurrezione.
La sua sofferenza non diminuisce; il suo corpo rimane molto malato. Ma Marthe ha ora “scelto” la sua vita ed è entrata nella sua missione. Perciò può scrivere:
Abbraccio ogni giorno con una nuova riconoscenza e un’immensa gioia il grandissimo compito che il Redentore mi ha affidato, e lo ringrazio di avermi fatto così prodigiosamente il dono del suo calice, della sua corona, dei suoi chiodi, e della sua santa Croce.
Fino alla sua morte nel 1981, l’azione luminosa della sua vita per gli uomini, per la Chiesa e per il mondo trova la sua sorgente in Dio.