Le cheminement intérieur de Marthe Robin est dévoilé grâce à la publication de son "Journal". Découvrez-le en ligne...
Una immensa irradiazione
Marthe, il Concilio Vaticano II e la vocazione di ogni battezzato
Estratti della conferenza di Mons. Paul Cordès (Consiglio pontificio per i Laici), presso l’assemblea dei Foyer de Charité a Châteauneuf-de-Galaure nel 1993.
Avete gentilmente invitato il Consiglio pontificio per i Laici al vostro incontro. […] Sono contento di essere venuto, anche per rafforzare i legami del nostro Consiglio con i Foyer de Charité. Vogliamo esprimere tutta la speranza che essi rappresentano per la Chiesa in tutto il mondo. […]
La donna a cui i Foyer devono la loro esistenza, giustifica ugualmente la mia presenza tra di voi. Conoscete tutti la sua vita e la sua opera meglio di me. Tuttavia, vorrei oggi brevemente parlarne, in particolar modo per l’influenza strabiliante che ebbe su un gran numero di gruppi di laici. Ha contribuito alla fondazione di tante nuove comunità da poter essere considerata come una sorta di ostetrica, avendo partecipato alla nascita dei movimenti laicali dopo il Concilio in Francia.
Gli incoraggiamenti di Marthe verso le nuove comunità
Ancora prima del Concilio, nel 1943, Marthe entrò in contatto con Suor Madeleine, la fondatrice delle Piccole Sorelle di Gesù. In seguito le due donne hanno continuato a incontrarsi all’incirca una volta all’anno. La Piccola Sorella Madeleine confida: "Marthe ha avuto un posto importante nella mia vita. Ne parlavo pochissimo, poiché non volevo favorire presso le Piccole Sorelle la curiosità per lo straordinario. Ma fin dall’inizio della Fraternità c’è stato un concorso di circostanze chi mi hanno spinta, malgrado la mia volontà, verso di lei. E immediatamente un’amicizia molto profonda ci ha unite. Ogni volta che si presentava una difficoltà nella Fraternità andavo ad affidarla a lei, o le scrivevo. Ha offerto molte delle sue sofferenze per la Fraternità”.
Una giovane dinamica, che apparteneva alla “Jeunesse ouvrière chrétienne”, ha cercato di instaurare uno scambio spirituale simile con Marthe: si tratta di Thérèse Cornille. Nel 1946 fonda l’associazione “Claire Amitié”, poiché era stata colpita dalla situazione in cui vivevano molte giovani donne, completamente abbandonate, alcune vegetando nella miseria, con o senza bambini concepiti nella prostituzione.
Thérèse scrive: “In seguito alla creazione nel 1946, con la viva approvazione del mio Vescovo, il Cardinale Lienard, di due foyer di accoglienza per giovani abbandonate nel Nord della Francia, giovani francesi o straniere, sofferenti di grande solitudine, di mancanza di un riparo e di amore, ero molto coinvolta in questa causa e ne parlavo con passione… Marthe ascoltava con molta attenzione, sensibile alle condizioni di vita di questa gioventù abbandonata e, incoraggiandomi, diceva: ‘Oh, come fate bene ad occuparvi di queste piccole… Gesù le ama così tanto… Promettimi di venirmene a parlare’. Ognuna delle sue parole aveva per noi un significato profondo e ne abbiamo sempre tenuto conto per la nostra azione apostolica”.
Il fondatore del “Nido”, padre Talvas, è entrato anche lui in contatto con Marthe nel 1949. Più tardi, testimoniò di essere stato molto colpito dal buon senso di Marthe e meravigliato dalla sua intimità con Maria. Ascoltiamolo: “In Marthe, noi ammiravamo e apprezzavamo il suo senso della Chiesa Universale, il suo amore per il Papa, per i sacerdoti e per i più piccoli. – ‘Oh sì, la Vergine!’ esclamava Marthe, ‘Queste donne hanno talmente bisogno della tenerezza di una madre, loro che non sono state amate. Sarà lei a condurle a Gesù’”.
Durante la fase di fondazione dei “Focolari”, i suoi membri si sono rivolti verso Marthe (1962). Raccontano: “Si è trattato di qualcosa di molto forte e, alla fine, Marthe ha concluso: ‘Mi sento come san Giovanni Battista che prepara le strade al Signore, vedo che la vostra opera è come Maria, è Maria’”. I Focolari si chiamano adesso: “L’Opera di Maria”.
Jean Vanier e la sua “Arca” si sono fatti guidare nello stesso modo, così come la comunità carismatica dell’Emmanuele e il gruppo “Foi et Lumière”.
L’influenza di Marthe nello sviluppo della comunità delle Beatitudini non è trascurabile. (…)
Uno strumento di Dio per l’apostolato e l’evangelizzazione
L’impressionante opera di Marthe Robin e la sua stessa personalità alimentano molto la riflessione cristiana. Vorrei approfittare di questa visita per chiarire uno o due elementi. Possiamo costatare che Marthe fu uno strumento di Dio per l’apostolato e l’evangelizzazione senza aver avuto un mandato da parte ecclesiastica, senza figurare nell’ordine gerarchico, senza essere stata particolarmente in vista o senza aver esercitato un’influenza particolare in quanto donna in un ordine religioso (come una santa Ildegarda o una Madre Teresa). Anche se per voi che conoscete Marthe da tanto tempo quest’aspetto è talmente noto che non vi prestate più attenzione, è tuttavia importante oggi esprimere il nostro stupore. In ogni caso, questi fatti non possono essere considerati “normali”. I fatti sono carichi di un fondamento teologico che ci spinge a rendere grazie a Dio, non soltanto per Marthe Robin, ma anche per l’evoluzione della Chiesa in questi ultimi anni.
La messa in pratica degli orientamenti del Concilio Vaticano II
Marthe apparteneva ai membri della Chiesa che sono definiti Christifideles laici dopo il sinodo dei Vescovi del 1987. Questo sinodo ha in qualche modo posto fine a un’evoluzione teologica iniziata con il Concilio Vaticano II e che ha messo in evidenza la dignità e la responsabilità di tutti i battezzati per la missione della Chiesa. E’ sufficiente considerare il processo di sviluppo nato grazie alla costituzione sulla Chiesa Lumen Gentium durante il Concilio Vaticano II. Il processo di redazione fa immediatamente comprendere lo sconvolgimento che ha provocato il Concilio in merito alla coabitazione dei membri della Chiesa.
La prima versione della costituzione voleva, dopo il capitolo sulle immagini bibliche, trattare in primo luogo l’ordine gerarchico nella Chiesa, poi la questione del Battesimo, quindi la questione dei laici in quanto membri della Chiesa. I padri conciliari hanno scelto un ordine diverso. Hanno invertito il 2° e il 3° capitolo, così nella versione finale si trova prima una presentazione della Chiesa nel suo insieme: la dignità comune di tutti i membri della Chiesa, che supera ogni differenza – dignità conferita dal Battesimo, grazie al quale si diventa figli di Dio. Poi viene la struttura della Chiesa, sicuramente importante, legata al sacramento dell’Ordine.
La dignità dei battezzati
La più grande dignità, anche per Marthe, è stata quella di aver ricevuto il battesimo. Non si deve dimenticare che, nella sua consapevolezza della fede e dell’espiazione, è in primo luogo il suo Battesimo che visse in pienezza: morire con Cristo e resuscitare con Lui. In questa data fondamentale per il cristiano, Marthe è in primo luogo per i membri dei Foyer – o meglio - per tutti i membri della Chiesa, una sorella e un esempio, sicuramente un esempio straordinario. In ciò, noi costituiamo una comunità stretta e indissolubile con Marthe.
Anche se ha accolto la sua missione prima del Vaticano II, Marthe è una formidabile concretizzazione di ciò che il Concilio ha formulato per ogni battezzato. Ciò che Giovanni Paolo II ha scritto nella sua Enciclica Dominum et vivificantem dell’ 8 maggio 1986, pare proprio essere stato destinato in particolare ai Foyer, la fondazione essenziale di Marthe:
“In questi anni va pure crescendo il numero delle persone che, in movimenti e gruppi sempre più estesi, mettono al primo posto la preghiera ed in essa cercano il rinnovamento della vita spirituale. È questo un sintomo significativo e consolante, giacché da tale esperienza è derivato un reale contributo alla ripresa della preghiera tra i fedeli, che sono stati aiutati a meglio considerare lo Spirito Santo come colui che suscita nei cuori un profondo anelito alla santità”. (n. 65)
Le consegne di Marthe valgono per le iniziative dei laici. Le parole profetiche attraverso le quali lei ha mostrato il cammino ai gruppi prima menzionati hanno incoraggiato le iniziative dei laici o a favore dei laici. Anche in questo caso è in sintonia con l’esortazione sul laicato Christifideles di cui il Papa fornisce un’eccellente testimonianza nel suo scritto post sinodale: egli parla di un nuovo tempo di unione tra i laici. E’ una vera e propria lode alla ricchezza e alla diversità dei doni che lo Spirito mantiene vivi nella Chiesa, e anche alla volontà e alla generosità dei laici nel proporre nuove iniziative (c.f. Christifideles laici n.29).