Le cheminement intérieur de Marthe Robin est dévoilé grâce à la publication de son "Journal". Découvrez-le en ligne...
La prova della malattia
Le gioie e le pene della famiglia di Marthe
Marthe cresce in mezzo alla natura, secondo il ritmo delle stagioni, in una famiglia come tante altre con le sue gioie e le sue pene. E’ la sesta figlia di Joseph e Célestine Robin. La famiglia di Joseph Robin ha in proprietà una fattoria e un terreno agricolo di 13 ettari.
La storia di questa famiglia è simile a quella di tante altre a causa degli avvenimenti che la colpiscono e le prove che subisce.
La vita quotidiana è caratterizzata dalle gioie più semplici. C’è la festa della mietitura, poi le lunghe serate d’inverno passate intorno al camino insieme con i vicini. Si chiacchiera, si ricama, si canta, e a volte, ciò che piace più di tutto a Marthe, si balla. Tuttavia, l’esistenza è austera. I Robin devono lavorare con impegno per mantenere tutta la famiglia. Marthe, l’ultima di sei bambini, non è viziata. Fin dalla sua infanzia partecipa ai vari lavori nei campi, per esempio pascolando le capre.
L’ambiente familiare è poco colto, a tratti rozzo. L’educazione è rude, gli sposi Robin sono poco praticanti. Vanno appena in chiesa per le “feste con obbligo di messa”, come si diceva all’epoca. Ciononostante badano di insegnare ai loro bambini due grandi principi: l’unità fra i membri della famiglia con l’aiuto vicendevole fra i parenti, e la condivisione dei loro dolcetti in favore dei poveri che passano da loro.
Prima prova per i genitori di Marthe
Corse la voce in paese che la piccola Marthe non fosse figlia di Joseph Robin ma di un operaio presso la fattoria vicina. Oggi questo fatto non si può più verificare. Tuttavia, il pettegolezzo, che sia stato vero o no, colpisce gravemente la coppia e più tardi, farà soffrire Marthe. Sicuramente la chiamarono “bastarda”. Lei stessa ne era convinta.
Il signor Robin, uomo affabile, gentile, molto abile nei lavori manuali ha la reputazione di essere autoritario in famiglia. Marthe diceva di lui: “Era buono, mio papà!“. Joseph Robin ha riconosciuto Marthe come figlia sua e più ancora, le testimonierà a varie riprese un affetto particolare.
La madre di Marthe, a sua volta, amerà molto sua figlia e lo proverà con i fatti.
Le relazioni tra fratello e sorelle
Henri, suo fratello, è definito un “timido”, termine che può significare molte cose. In particolare ha un’intelligenza limitata e una difficoltà relazionale. Marthe è molto attaccata a lui.
Dirà più tardi: “Amavo molto mio fratello perché era timido, e la sua timidezza gli faceva commettere sciocchezze. Io lo difendevo sempre”.
Con le sue sorelle, Marthe ha rapporti eccellenti. Nel 1908 la maggiore, Céline, sposa Claudius Serve e va a vivere a Saint-Sorlin. Marthe ha l’impressione che le si rubi la sorella più amata e reagisce male a questo matrimonio. Ne prova grande pena, finché, vedendola felice con il suo sposo, si consola. Farà molti soggiorni presso di lei.
La secondogenita Gabrielle s’innamora di un ragazzo e desidera sposarlo, ma rimane incinta. I genitori del giovane si oppongono al matrimonio. Partorisce Gabriel-Raymond nel 1914. Il padre riconosce il bambino, ma muore in guerra nel 1916. Marthe resterà vicina alla sorella e al nipote.
Alice, la sorella più vicina per età, va a scuola con Marthe e si sposerà nel 1924.
Quando dunque, o Dio tutto amore, mi donerai la immensa gioia di una profonda comunione d’anima con i miei cari, soprattutto con i miei genitori amati!
Un’epidemia di febbre tifoide colpisce tutta la famiglia
Nel 1903 muoiono i più fragili a causa dell’epidemia di febbre tifoide che imperversa: il nonno e la piccola Clémence (5 anni), per età la più vicina a Marthe. In questo momento la piccola Marthe ha 20 mesi. Si riprende, ma rimarrà per sempre fragile e soffrirà a causa di questo grande vuoto lasciato da chi è morto prematuramente.
Il dolore, la sofferenza, non vengono dal Cielo, ma il soccorso sì, e la felicità è lì.
Decesso dei genitori
Il padre di Marthe, Joseph, muore nel 1936, sua madre Célestine nel 1940.
Dopo un ricovero in ospedale, in uno stato grave, Célestine Robin è riportata a casa per morire presso Marthe.
“Su mia richiesta”, scrive padre Finet, ”l’infermiere prende la signora Robin e la china su Marthe che non ha conoscenza perché vive la Passione. Avvicino la testa di Marthe contro le labbra di sua madre, che l’abbraccia e le dice: ‘Piccola!’.
Sarà l’ultimo gesto di affetto della signora Robin che muore poco dopo, serenamente e senza alcuna angoscia”.
Al risveglio della Passione, il dolore di Marthe è assolutamente penoso. Prova allora un terribile sentimento di solitudine e vive una sorta di depressione umanamente ben comprensibile. Tuttavia, padre Finet, sul piano spirituale lo spiega in modo diverso. Scrive:
“Marthe ha preso su di se il purgatorio di sua madre, che è salita direttamente al Cielo”.
Il suicidio di Henri
Marthe dovrà vivere un altro lutto, quello che l’ha toccata di più.
Henri, suo caro fratello, l’unico fra tante sorelle, dopo la morte dei genitori è rimasto solo con Marthe nella fattoria. Mentre prima era timido e riservato, ora il suo carattere è diventato duro. Soffre molto a causa delle nevralgie facciali, beve più del dovuto, quando mangia in cucina, si sente osservato dai tanti visitatori che sempre più numerosi vengono a trovare Marthe.
L’8 agosto del 1951, Henri si uccide con un colpo di fucile. Nessuno ha sentito niente, né Marthe nella sua camera, né i tre sacerdoti che stanno aspettando nella cucina.
La reazione di Marthe è molto dolorosa:
Piccolo”, singhiozza, “non ho potuto proteggerlo.
Confida a un amico:
“Era timido ma aveva una grande carità. La sua casa era sempre piena di visitatori che venivano a trovarmi. Non si è mai lamentato di questo”.
Marthe attraversa una crisi di sensi di colpa e di ansia dovuta all’angoscia per la salvezza di suo fratello, prova un’impotenza totale.
Poco a poco la sua fede e la sua speranza, dopo un momento di oscurità, la aiuteranno a trovare le parole giuste di compassione e di consolazione nei confronti di chi vive un dramma simile nella propria famiglia.
Sulla tomba di Henri si leggono le seguenti parole di speranza che Marthe ha fatto scrivere. Parole che danno un valore alla vita di suo fratello: “In verità, in verità vi dico: chi mi accoglie, accoglie colui che io manderò”.
Nel 1952, alla famiglia di una donna che si era suicidata, fa scrivere queste parole di misericordia:
Può darsi che lei fosse più vicina al Buon Dio di quanto non si possa immaginare, perché non è ai suoi giorni che voleva mettere fine, ma al dolore che la torturava.
Un amore per le famiglie
Ognuna delle famiglie dei numerosi visitatori che si racano da lei, diventa oggetto della sua compassione e della sua preghiera continua. Marthe medita a lungo nel suo cuore tutto quello che le viene affidato, e tutto quello che vive.
Questa comprensione della sofferenza altrui, la sua delicatezza commovente che le fa sempre dire la parola giusta, erano già presenti come germoglio fin dalla sua infanzia. Marthe non è nata santa, ma molto presto la sua anima di bambina si è aperta all’amore.
Quello che vive e dice da ragazzina fa presagire ciò che sarà la sua vocazione da donna.